mercoledì 19 febbraio 2014

Un libro per comprendere la grande trasformazione del calcio

di Vittorio Dini
Siamo oggi in una situazione senza alcun dubbio migliore rispetto a quella denunciata nel 1927 da Max Scheler: «Forse nessun fenomeno collettivo soprannazionale merita oggi un’analisi sociologica e psicologica quanto lo sport, enormemente cresciuto in dimensioni e in valore. Eppure, ben poco di serio si è tentato, finora, per interpretare questo fenomeno poderoso». E tuttavia, se si tiene conto della dimensione assunta recentemente dallo sport nel quadro della vita contemporanea – tanto nell’aspetto spettacolare (con le relative implicazioni economiche, di mentalità, ecc.) quanto nell’aspetto amatoriale, della diffusa pratica sportiva con relative forme organizzative – allora il divario tra la ricchezza ed ampiezza del fenomeno e la quantità e qualità degli studi e della ricerca è ancora notevole e reclama un urgente impegno a colmarlo. Tanto più che, insieme alla fortuna dello sport, si è accompagnata una crescita e una straordinaria diffusione della stampa specializzata, che ha però indirizzato la sua professionalità esclusivamente verso la confezione del prodotto da vendere, verso gli aspetti formali della produzione dei mass media, sottovalutando gli aspetti tecnici e specifici della disciplina trattata e rimuovendo completamente tutta la dimensione storica, sociologica, antropologica, culturale, che sottende lo sviluppo del fenomeno stesso (Vittorio Dini, Gioco, agonismo, regole, disciplina, in “Università e sport. Il calcio giovanile in Italia”, F.I.G.C. Settore giovanile e scolastico, 1989, p. 23).
Sono trascorsi quasi trent’anni da quando scrivevo queste parole. Certo, da allora, come nel caso del mezzo secolo precedente, l’impegno nella ricerca e nella riflessione sullo sport è cresciuto.
Notevolissimi i contributi in campo internazionale e nazionale sul terreno della teoria generale sui giochi e sullo sport, da parte della storia culturale, della psicologia, dell’antropologia e soprattutto attraverso quest’ultima, delle scienze sociali. I manuali di sociologia dello sport e readers con questo titolo sono in realtà piuttosto ottime introduzioni alla teoria generale dell’inserimento dello sport nell’orizzonte delle scienze sociali. Abbiamo avuto così in campo internazionale i grandi contributi di Elias e Dunning e, più vicine alla disciplina, le grandi indagini sull’hooliganismo e in genere sul pubblico degli stadi; in Italia, gli approcci di Nicola Porro e di Pippo Russo, e il notevole lavoro di Antonio Roversi e di Alessandro Dal Lago, non a caso vicini ad Elias l’uno (di cui è stato l’introduttore prima che il traduttore delle principali opere in Italia), e all’etnometodologia e a Simmel l’altro. Ma di vera e propria analisi sociale sul campo se ne è vista e letta ben poca.
Tanto più risulta apprezzabile dunque questo approccio deciso, conciso e appropriato di due giovani ricercatori, di Bifulco e Pirone. Con piglio sicuro e dotati di ottimi strumenti metodologici e di conoscenza dei classici, Bifulco e Pirone tracciano un originale percorso che conduce al fondo dei grandi problemi che la grande fortuna del calcio propone alla prospettiva sociologica.
Grande attenzione è rivolta all’attuale, tumultuosa fase di sviluppo del calcio, a quello che può essere definito il nuovo sistema del calcio, alla grande trasformazione del calcio prodotto principalmente come spettacolo e destinato in gran parte alla televisione.

(estratto dalla Postfazione al libro "A tutto campo").

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