venerdì 28 novembre 2014

Un profilo economico dell'industria del calcio professionistico in Italia

di Francesco Pirone

Il testo riproduce, con alcune modifiche e l'aggiunta delle note, l'intervento svolto il 28 ottobre 2014 al convegno “Il mondo accademico in campo per la sicurezza. Conoscere per migliorare”, svolto a Napoli presso il Dipartimento di Scienze Sociali dell'Università degli Studi di Napoli Federico II in collaborazione con Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive.

1. Il «nuovo calcio»
La dimensione economica è imprescindibile per comprendere il funzionamento attuale del calcio professionistico. Lo sviluppo economico di questo settore è stato così rapido e così rilevante da spingere diversi studiosi a parlare di «mutazione genetica»  del calcio. A partire, infatti, dai primi anni Novanta si sviluppa rapidamente lo spettacolo televisivo del calcio, con forti investimenti nei principali campionati europei da parte degli operatori televisivi che promuovono le forme emergenti di TV a pagamento e che trovano proprio nel calcio il veicolo più potente di diffusione di nuove pratiche di consumo televisivo. L’industria del calcio affronta una profonda rifondazione attraverso due principali processi: l’aziendalizzazione dei club e la commercializzazione del calcio-spettacolo televisivo. Il risultato è l’incorporazione della logica economica dello show business in quella sportiva tradizionale. Questo è quello che possiamo definire il “nuovo calcio”.

mercoledì 12 novembre 2014

Vivere il calcio tra colore, passione e spettacolo televisivo: aspetti sociologici

di Luca Bifulco

Linee guida della relazione tenuta a Napoli il 28 ottobre 2014 in occasione del convegno «Il mondo accademico in campo per la sicurezza. Conoscere per migliorare»

Il rapporto 2014 dell’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive ci aiuta, nel suo insieme e a prescindere dalle valutazioni sui singoli aspetti analizzati, a considerare con maggiore lucidità e capacità di comprensione una serie di potenti idee calcificate e stereotipate sul tema della sicurezza negli stadi.
In primo luogo, il rapporto ci narra tra le righe che lo stadio non è un luogo demoniaco, come troppo spesso viene dipinto, ma uno spazio in cui generalmente – salvo infrequenti ma, purtroppo, drammatiche e spesso altisonanti occasioni – si vivono momenti e rituali legati allo sport, alla passione e alla festa. Il calcio è un fattore identitario molto forte che segna l’appartenenza, il sentirsi legati ad una comunità di destino contraddistinta dai risultati e dalla storia sportiva condivisa. E siccome le appartenenze incidono sull’autostima, sulle gratificazioni personali, sulla qualità delle relazioni sociali, esse rappresentano in definitiva parte di una ricerca di benessere.