mercoledì 26 marzo 2014

Come cambia il gioco del pallone

di Luca Rossomando
Repubblica Napoli

Una domenica mattina dello scorso febbraio. Partita del campionato di calcio di terza categoria allo stadio comunale Hugo Pratt di Scampia. Sulle gradinate, più di duecento spettatori. Alcuni, muniti di petardi e fumogeni, li accendono per festeggiare il gemellaggio tra le due squadre. Il gestore del campo, forse messo in agitazione dall’inusuale affollamento, allerta gli agenti del commissariato locale. Questi, oltre al divieto di sparare petardi, segnalano la parziale inagibilità dello stadio. Qualche giorno dopo la municipalità stabilisce che per il resto dell’anno tutte le partite – anche quelle degli altri campionati minori – si disputeranno a porte chiuse. Seguono proteste delle società colpite dal provvedimento e incontri in commissione sport del comune, fino all’assicurazione che il divieto sarà revocato e il campo riaprirà le porte al pubblico.

lunedì 17 marzo 2014

Il calcio come chiave per comprendere il nostro tempo

di Francesco Pirone

Il dibattito culturale e intellettuale nel nostro paese ha spesso trascurato il calcio e il complesso insieme di fenomeni sociali che ad esso sono connessi. Vittime di pregiudizi e di letture superficiali del mondo dello sport, studiosi, intellettuali e opinion leader hanno considerato il calcio come un fenomeno popolare, culturalmente povero o (peggio) come questione sociale di devianza e violenza. Si pensi a quanto accade, ad esempio, in relazione a fatti di cronaca di scontri o dei cori in occasione delle partite di calcio.
Eppure il calcio nel nostro paese, come nel resto d'Europa, cattura l'attenzione di milioni di persone che lo praticano e lo seguono con interesse e passione. Un intero settore economico si è inoltre sviluppato intorno alla capacità del calcio di attirare l'attenzione di masse estese e diversificate di appassionati. Ciò nonostante intorno a questi fenomeni non si riesce a produrre una conoscenza più approfondita in grado di andare oltre l'informazione giornalistica, spesso di ottima qualità ma limitata. Anche il discorso politico non sembra in grado di cogliere e valorizzare le potenzialità di sviluppo economico e integrazione sociale che la valorizzazione del calcio potrebbe offrire per il paese e su scala territoriale.

venerdì 14 marzo 2014

Il calcio: uno sguardo “A tutto campo”

di Francesco Morra

«Certa gente crede che il calcio sia una questione di vita o di morte. Sono molto deluso da quest'atteggiamento. Vi posso assicurare che è qualcosa di molto, molto più importate». Queste parole ironiche, pronunciate dall'allenatore britannico Bill Shankly, nascondono una profonda verità: il calcio è qualcosa di fondamentale per comprendere la società e i suoi cambiamenti. Da quest'assunto parte il libro “A tutto campo. Il calcio da una prospettiva sociologica” (Guida, 2014), scritto a quattro mani da Luca Bifulco e Francesco Pirone, ricercatori in Sociologia presso il Dipartimento di Scienze Sociali dell'Università degli Studi di Napoli Federico II.

sabato 8 marzo 2014

Calcio e Sociologia

Proponiamo un breve filmato in cui  Gianfranco Pecchinenda viene intervistato per il network sportivo statunitense ESPN-America sul calcio in rapporto alla ricerca sociale. L'intervista, realizzata nella sede storica dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, è stata pubblicata su youtube il 28 febbraio scorso. Pecchinenda, professore ordinario di sociologia dei processi culturali e comunicativi presso il Dipartimento di Scienze sociali napoletano, parla del rapporto tra calcio e sociologia partendo dalla sua esperienza personale di calciatore e di studioso. Tre le altre cose osserva che:
«il calcio è molto più importante per gli studi sociali seri di quanto non si creda... è vero che oggi si studia un po' di più, ma è un fenomeno alquanto recente».