venerdì 28 novembre 2014

Un profilo economico dell'industria del calcio professionistico in Italia

di Francesco Pirone

Il testo riproduce, con alcune modifiche e l'aggiunta delle note, l'intervento svolto il 28 ottobre 2014 al convegno “Il mondo accademico in campo per la sicurezza. Conoscere per migliorare”, svolto a Napoli presso il Dipartimento di Scienze Sociali dell'Università degli Studi di Napoli Federico II in collaborazione con Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive.

1. Il «nuovo calcio»
La dimensione economica è imprescindibile per comprendere il funzionamento attuale del calcio professionistico. Lo sviluppo economico di questo settore è stato così rapido e così rilevante da spingere diversi studiosi a parlare di «mutazione genetica»  del calcio. A partire, infatti, dai primi anni Novanta si sviluppa rapidamente lo spettacolo televisivo del calcio, con forti investimenti nei principali campionati europei da parte degli operatori televisivi che promuovono le forme emergenti di TV a pagamento e che trovano proprio nel calcio il veicolo più potente di diffusione di nuove pratiche di consumo televisivo. L’industria del calcio affronta una profonda rifondazione attraverso due principali processi: l’aziendalizzazione dei club e la commercializzazione del calcio-spettacolo televisivo. Il risultato è l’incorporazione della logica economica dello show business in quella sportiva tradizionale. Questo è quello che possiamo definire il “nuovo calcio”.

mercoledì 12 novembre 2014

Vivere il calcio tra colore, passione e spettacolo televisivo: aspetti sociologici

di Luca Bifulco

Linee guida della relazione tenuta a Napoli il 28 ottobre 2014 in occasione del convegno «Il mondo accademico in campo per la sicurezza. Conoscere per migliorare»

Il rapporto 2014 dell’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive ci aiuta, nel suo insieme e a prescindere dalle valutazioni sui singoli aspetti analizzati, a considerare con maggiore lucidità e capacità di comprensione una serie di potenti idee calcificate e stereotipate sul tema della sicurezza negli stadi.
In primo luogo, il rapporto ci narra tra le righe che lo stadio non è un luogo demoniaco, come troppo spesso viene dipinto, ma uno spazio in cui generalmente – salvo infrequenti ma, purtroppo, drammatiche e spesso altisonanti occasioni – si vivono momenti e rituali legati allo sport, alla passione e alla festa. Il calcio è un fattore identitario molto forte che segna l’appartenenza, il sentirsi legati ad una comunità di destino contraddistinta dai risultati e dalla storia sportiva condivisa. E siccome le appartenenze incidono sull’autostima, sulle gratificazioni personali, sulla qualità delle relazioni sociali, esse rappresentano in definitiva parte di una ricerca di benessere.


martedì 7 ottobre 2014

Off-side. Sociologia dell'immaginario calcistico

di Vincenzo Del Gaudio

Nel 2007, quando ero ancora uno studente alla Facoltà di Filosofia dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, mi recai ad una lectio magistralis tenuta da George Steiner. La lectio era sulla costruzione della città in Platone in particolare a partire da “Leggi”. Alla fine dell'intervento, non ricordo bene neppure il perché, Steiner dichiarò assertorio “bisogna fare fenomenologia del calcio, bisogna capire perché un milione di cuori battono allo stesso tempo quando Diego Armando Maradona segna il secondo goal all'Inghilterra a Mexico '86”. Il proposito di Steiner era quello di mostrare come lo sport, e in particolare il calcio, siano sempre più al centro del nostro vivere sociale determinando alcune regole di comportamento sia estetico che politico della nostra società. Per comprendere il radiante di incidenza del calcio sulla società contemporanea e in particolare sull'Europa, continente in cui, insieme forse soltanto al Sudamerica, il calcio assume una rilevanza non soltanto come sport e come spettacolo ma più profondamente per la determinazione dei processi socio-economici che sono alla base delle costruzioni identitarie nei paesi del vecchio continente, bisogna cercare di tenere insieme diversi saperi che vanno dalla sociologia dei media alla sociologia della cultura passando per l'economia, l'estetica e la critica letteraria, bisogna insomma cercare di approcciarsi al fenomeno calcio nel modo più aperto possibile per comprenderlo non soltanto come uno sport ma come una macchina di senso che di volta in volta costruisce comportamenti socio-economici e rituali di diversa natura e portata.

lunedì 22 settembre 2014

Il calcio e i Campionati Mondiali tra informazione, comunicazione e spettacolo

Call for papers, numero 1-2015

La ricerca sul calcio, da diverse prospettive disciplinari, ha mostrato implicazioni sociali che vanno ben oltre la dimensione sportiva e che sono strettamente intrecciate con le dinamiche dell’informazione, della comunicazione e dell’intrattenimento. Da questa prospettiva la rilevanza del calcio è legata principalmente alla capacità di catturare l’attenzione e gli interessi di un pubblico vasto e diversificato: in primo luogo di tifosi o appassionati, ma anche di attori politici, di operatori economico-finanziari e dell’industria culturale. Per ognuno di questi attori l’informazione assume una rilevanza specifica che è andata crescendo nel corso degli ultimi decenni con il radicalizzarsi della spettacolarizzazione mediatica del calcio su scala globale.

La crescente rilevanza dei media – la TV in primo luogo – e del sistema dell’informazione ha determinato le trasformazioni attuali del calcio sempre più asservito alla produzione dello spettacolo televisivo e del sistema dell’informazione sportiva. Quest’ultimo, tuttavia, ha profondamente mutato i suoi caratteri all’interno della logica concorrenziale che sottende gli operatori del settore. Contenuti, linguaggi, narrazioni, i meccanismi di produzione della notizia, la grande vetrina concessa ai protagonisti o a chi ci gravita attorno, la rilevanza dei capitali messi a disposizione e della diffusione delle partite su scala planetaria hanno avuto nella storia recente e tuttora posseggono un legame determinante con fattori di elevato coefficiente sociale, economico e politico.

domenica 7 settembre 2014

In nome del reddito sovrano. Uno sguardo al calcio contemporaneo

di Luca Bifulco
Linkabile, 5 settembre 2014

Ci sono tante angolature da cui osservare e afferrare il mondo del calcio. Da un lato c’è il campo di gioco, con i suoi attori, le tattiche contrapposte delle squadre e quel complesso insieme di interdipendenze che porta al risultato finale di una partita o alla classifica conclusiva di un campionato. C’è poi almeno la possibilità di una prospettiva ulteriore, vale a dire uno sguardo socio-economico che ci aiuti a comprendere, sulla scorta di alcuni dati o evidenze disponibili, le caratteristiche e le trasformazioni di questo sport, specie nell’area europea contemporanea.
Le suggestioni in tal senso sono molteplici, così come gli ambiti d’indagine. In tale sede ci soffermeremo solo su alcuni aspetti, ed in modo sintetico, nella speranza di poter fornire un ausilio utile a chiunque voglia arricchire di ulteriori contenuti la propria passione, le proprie valutazioni, i propri giudizi sulla squadra del cuore o sull’andamento dei vari tornei seguiti.

domenica 17 agosto 2014

Mettersi in movimento!

Lo sport e l’innovazione delle politiche sociali in Campania
di Francesco Pirone
Linkabile, 8 agosto 2014

Lo sport è un fenomeno di massa di grande rilevanza sociale, profondamente radicato nella cultura materiale del nostro paese. Basti pensare al nostro quotidiano, sia come praticanti di qualche disciplina sportiva, sia come appassionati e quindi spettatori, più o meno attivi, delle competizioni sportive. Se l’esperienza quotidiana non bastasse, allora si consideri che in Italia, secondo le ultime statistiche dell’ISTAT aggiornate al 2013, circa il 30% della popolazione italiana di tre anni e oltre – pari a circa 17,7 milioni di persone – dichiara di praticare uno sport; a questi va poi aggiunto un altro 28% (circa 16,3 milioni di persone) che svolge qualche attività motoria: in estrema sintesi più di un italiano su tre fa attività motoria. D’altra parte, concentrando l’attenzione solo sullo sport agonistico, secondo i dati dal CONI, gli atleti tesserati in Italia sono 4,5 milioni – cresciuti di oltre un quarto nel periodo 1993-2013 – organizzati in 65mila società, con l’impiego di circa un milione di operatori dello sport[1].

mercoledì 6 agosto 2014

Un calcio al look

di  Roberto Procaccini
Il Foglio Quotidiano

Da Attilio Lombardo a Mario Balotelli. Come è cambiata in vent’anni l’estetica dei calciatori: non più idoli borghesi ma mostri di marketing

Pensate alla rosa della Juventus del 1995, quella che ha appena vinto lo scudetto e che si avvia a vincere la Champions. Da una parte c’è Attilio Lombardo, ottimo centrocampista che a fine carriera può vantare tre scudetti con tre diverse casacche. Dall’altra Gianluca Vialli, potente bomber che pure in carriera se n’è tolte di soddisfazioni. Il primo, precocemente pelato, mantiene una chierica degna di un prete di campagna. Il secondo, con un passato da ricciolone, si rasa il cranio come Bruce Willis, muscoloso interprete di action movie hollywoodiani. Ecco, questi due giocatori non rappresentano solo due eccellenze del calcio italiano. Col loro modo diverso di vivere e interpretare la calvizie, testimoniano un salto epocale e antropologico: la trasformazione della figura del calciatore da uomo (spesso di estrazione medio-bassa) che attraverso la propria professione anela il riscatto sociale e l’adesione alla middle class, a personalità dello showbiz che, da star, impone il proprio ego e determina gli status sociali. [continua a leggere]

lunedì 4 agosto 2014

Napoli e Maradona

Il rapporto che unisce Diego Armando Maradona al tifo napoletano è sì legato alle vicende sportive, ma è motivato soprattutto dalla sintonia profonda tra il carattere del campione argentino e le peculiarità della città e dei suoi appassionati di calcio. Questo rapporto, già oggetto di diverse riflessioni, viene oggi ripreso in un'interessante ricerca di Anna Pianura nell'ambito di un reportage fotografico realizzato a Napoli, focalizzato proprio sul rapporto tra la città e l'eroe calcistico, dal titolo "Napoli e Maradona". Il reportage è disponibile nel sito web della fotografa di Cava de Tirreni ombraeluci.it.
"Maradona è eroe indelebile del tifo napoletano. Certo, perché ha scritto pagine vittoriose della squadra partenopea, ma anche per essere stato la fonte di una decisa rivincita sociale e per quella quasi naturale corrispondenza con l’immagine della napoletanità della sua figura di genio indisciplinato, un po’ monello, nato povero ma poi riscattatosi grazie alle sue abilità."
Questo e altri brevi estratti dal libro A tutto campo. Il calcio da una prospettiva sociologica, di Luca Bifulco e Francesco Pirone, accompagnano il reportage fotografico.

venerdì 1 agosto 2014

L’indiscutibile primato del pallone

di Adolfo Fattori
Agoravox.it

Tutti parlano del calcio – di calcio, e del calcio. I club, le sue istituzioni, i tifosi, i media. E naturalmente, i moralisti di tutte le tendenze e provenienze, e coloro a cui non piace o che non lo seguono, aiutati dalla prevalenza dell’autoreferenzialità dei discorsi sul pallone, e dalla immensa forza del senso comune e del “sentito dire”, i canali forse più potenti prodotti dalla modernità per fare esercizio della chiacchiera in libertà e dell’abdicazione allo spirito critico.
Perché il calcio – come tutti gli sport – è un fenomeno sociale, e quindi è parte della realtà sociale, con in più la caratteristica di essere lo sport più seguito e più praticato del mondo. E siccome è un fenomeno sociale, attrae l’attenzione del senso comune, e dovrebbe incuriosire la sociologia, cosa che però è successa di rado, se non attraverso ricerche e studi particolari, concentrati su suoi aspetti specifici. [continua a leggere]

martedì 29 luglio 2014

Pallone e cinema

di Adolfo Fattori

Mi ha sempre colpito la somiglianza fra la durata della partita di calcio e quella del film nel cinema classico americano. Due tempi di circa tre quarti d’ora ciascuno, separati da un intervallo di circa dieci minuti, un quarto d’ora. Se pensiamo che cinema e calcio moderno sono nati praticamente insieme, viene quasi da pensare a una specie di “tempo della modernità”, una durata che ha a che fare con l’attenzione che si dedica alle immagini, al tempo delle narrazioni. Come il film, d’altra parte, la partita di football ha una fortissima struttura narrativa, una struttura epica sua tutta interna ad una dimensione quasi mitologica. Vero, lo si potrebbe dire anche per altri sport, ma la domanda rimane sempre la stessa: Come mai lo si dice in particolare per il pallone? Come mai rimane lo sport più seguito al mondo?

domenica 1 giugno 2014

Lo sport e la strada

di Andrea Vitale
Linkabile, 1 giugno 2014

A tutto campo: il calcio come non lo avevamo mai letto prima. Il calcio visto da una prospettiva sociologica. È questo, in soldoni, il senso del libro (nonché il suo sottotitolo) A tutto campo, degli autori Luca Bifulco e Francesco Pirone, ricercatori di Sociologia generale all’Università di Napoli Federico II ed edito da Guida nella collana We care. Il volume è stato presentato sabato 31 maggio al Teatro Bellini di Napoli, nello spazio Marotta&Cafiero Store, punto vendita ufficiale della casa editrice, in questa sala incontri che è una piccola perla dell’editoria teatrale e per bambini napoletana, e che si è ritrovata, nonostante l’inconveniente dell’acquazzone pomeridiano, gremita di persone riunitesi per ascoltare e dibattere non soltanto con i due autori, ma anche Vittorio Dini, docente di sociologia e scienze della politica all’Università di Salerno, nonché Samuele Ciambriello, giornalista e direttore della suddetta collana, il giornalista sportivo Carlo Alvino e i docenti della Federico II Sergio Brancato ed Enrica Morlicchio.

domenica 25 maggio 2014

Il calcio come r-esistenza

Lo sport in Palestina. Martedì 27 maggio 2014, alle 16:00 presso la BRAU (Biblioteca di Ricerca di Area Umanistica) in piazza Vincenzo Bellini, 60, a Napoli si terrà il convegno Il Calcio come R-Esistenza: lo sport negato in Palestina. Intervengono Luca Bifulco, Università degli Studi di Napoli Federico II; Adele Del Guercio, Università degli Studi di Napoli 'L'Orientale'; Vittorio Dini, Università degli Studi di Salerno; Giuseppe Ferraro, Università degli Studi di Napoli Federico II; Shafik Kourtam, Presidente della Comunità Palestinese in Campania; Flavia Lepre, Comitato BDS Campania. Modera l'incontro il Giornalista Michelangelo Cocco. E' prevista la partecipazione di 'Mediterraneo Antirazzista'. L'iniziativa rientra nell'ambito delle attività del seminario di didattica integrativa «Il calcio da una prospettiva sociologica» per gli studenti dei corsi di laurea magistrali del Dipartimento di Scienze Sociali, a.a. 2013/2014.

sabato 24 maggio 2014

Il calcio è nel “pallone”

di Daniele Lorusso
Misterstudent.tv - Salernoinweb.it

Il calcio è nel “pallone”. Definizione emblematica di un mondo, quello del calcio, che soprattutto in periodi recenti, risulta caratterizzato da episodi ed eventi violenti, indegni, oltre che indecorosi per un Paese come l’Italia, comunemente ritenuto appartenente alla cerchia delle nazioni civilizzate. A tal proposito ricordiamo la recente “trattativa” tra le istituzioni e il capo ultras del Napoli, “Genny a’carogna”, in occasione dello svolgimento della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina, partita funestata da gravissimi incidenti nel pre-partita che hanno visto vittima di uno scontro a fuoco, il giovane tifoso napoletano Ciro Esposito. Oppure ricordiamo le minacce e le intimidazioni dei tifosi nocerini nei confronti dei loro giocatori, affinchè questi ultimi non giocassero la sentitissima partita con i rivali salernitani, per la sola ragione della loro mancata presenza sugli spalti dello stadio Arechi di Salerno, ordinata dal Prefetto per motivi di ordine pubblico. O ancora ricordiamo gli insulti e i cori razzisti, che purtroppo sempre più spesso primeggiano nelle cronache dei giornali sportivi e non solo. Ma lo sport, ed in particolare il calcio, è davvero così importante? Bill Shankly, celebre allenatore britannico del secondo dopoguerra, un giorno ebbe a dire: «Certa gente crede che il calcio sia una questione di vita o di morte. Sono molto deluso da questo atteggiamento. Vi posso assicurare che è qualcosa di molto, molto più importante». Non è possibile negare come il calcio, al di là della semplice dimensione sportiva, sia oggi un fenomeno di grande rilevanza, tanto nell’esperienza quotidiana di moltissime persone, quanto per le sue implicazioni sociali, economiche e politiche. Ma mentre lo sport è oggetto di profonda riflessione scientifica in tanti altri paesi, in Italia sembra quasi che studiare questo fenomeno voglia dire occuparsi di questioni di secondo piano. È perciò rilevante il libro “A tutto campo. Il calcio da una prospettiva sociologica”, scritto da due sociologi del Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università di Napoli Federico II, Luca Bifulco e Francesco Pirone, pubblicato da Guida Editore.

giovedì 17 aprile 2014

In nome della curva

di Fabrizio Denunzio
il Manifesto, 16 aprile 2014

Negli ambienti del giornalismo sportivo (tanto quello su carta quanto quello televisivo) il libro di Luca Bifulco e Francesco Pirone, A tutto campo. Il calcio da una prospettiva sociologica (Guida, pp. 240, euro 10) sta suscitando interesse e dibattiti. Sarebbe un torto, però, relegare questo saggio in quell’unico contesto culturale, quando, invece, esso chiede, come recita con perentorietà il sottotitolo, di essere valutato in primo luogo dalla teoria sociale.
Le tesi del libro non sono formulate nel vuoto, ma, come tutte le argomentazioni scientifiche che si rispettino, s’inscrivono in una nobile tradizione sociologica – in prevalenza contemporanea – definita da opere come Sport e aggressività di Norbert Elias e Eric Dunning, Descrizione di una battaglia di Alessandro Dal Lago, Programma per una sociologia dello sport di Pierre Bourdieu e da diversi interventi di Vittorio Dini uno dei quali, Maradona, héros napolitain, fu pubblicato proprio sulla rivista di Bourdieu, i prestigiosi Actes de la recherche en sciences sociales. Nelle sue linee generali, questa è la tradizione in cui il libro di Bifulco e Pirone nasce. Appartenere a una tradizione, però, non è cosa semplice: o la si rinnova o si è destinati a ripeterne le conquiste. Nel primo caso si è davvero eredi, nel secondo si finisce epigoni.

mercoledì 26 marzo 2014

Come cambia il gioco del pallone

di Luca Rossomando
Repubblica Napoli

Una domenica mattina dello scorso febbraio. Partita del campionato di calcio di terza categoria allo stadio comunale Hugo Pratt di Scampia. Sulle gradinate, più di duecento spettatori. Alcuni, muniti di petardi e fumogeni, li accendono per festeggiare il gemellaggio tra le due squadre. Il gestore del campo, forse messo in agitazione dall’inusuale affollamento, allerta gli agenti del commissariato locale. Questi, oltre al divieto di sparare petardi, segnalano la parziale inagibilità dello stadio. Qualche giorno dopo la municipalità stabilisce che per il resto dell’anno tutte le partite – anche quelle degli altri campionati minori – si disputeranno a porte chiuse. Seguono proteste delle società colpite dal provvedimento e incontri in commissione sport del comune, fino all’assicurazione che il divieto sarà revocato e il campo riaprirà le porte al pubblico.

lunedì 17 marzo 2014

Il calcio come chiave per comprendere il nostro tempo

di Francesco Pirone

Il dibattito culturale e intellettuale nel nostro paese ha spesso trascurato il calcio e il complesso insieme di fenomeni sociali che ad esso sono connessi. Vittime di pregiudizi e di letture superficiali del mondo dello sport, studiosi, intellettuali e opinion leader hanno considerato il calcio come un fenomeno popolare, culturalmente povero o (peggio) come questione sociale di devianza e violenza. Si pensi a quanto accade, ad esempio, in relazione a fatti di cronaca di scontri o dei cori in occasione delle partite di calcio.
Eppure il calcio nel nostro paese, come nel resto d'Europa, cattura l'attenzione di milioni di persone che lo praticano e lo seguono con interesse e passione. Un intero settore economico si è inoltre sviluppato intorno alla capacità del calcio di attirare l'attenzione di masse estese e diversificate di appassionati. Ciò nonostante intorno a questi fenomeni non si riesce a produrre una conoscenza più approfondita in grado di andare oltre l'informazione giornalistica, spesso di ottima qualità ma limitata. Anche il discorso politico non sembra in grado di cogliere e valorizzare le potenzialità di sviluppo economico e integrazione sociale che la valorizzazione del calcio potrebbe offrire per il paese e su scala territoriale.

venerdì 14 marzo 2014

Il calcio: uno sguardo “A tutto campo”

di Francesco Morra

«Certa gente crede che il calcio sia una questione di vita o di morte. Sono molto deluso da quest'atteggiamento. Vi posso assicurare che è qualcosa di molto, molto più importate». Queste parole ironiche, pronunciate dall'allenatore britannico Bill Shankly, nascondono una profonda verità: il calcio è qualcosa di fondamentale per comprendere la società e i suoi cambiamenti. Da quest'assunto parte il libro “A tutto campo. Il calcio da una prospettiva sociologica” (Guida, 2014), scritto a quattro mani da Luca Bifulco e Francesco Pirone, ricercatori in Sociologia presso il Dipartimento di Scienze Sociali dell'Università degli Studi di Napoli Federico II.

sabato 8 marzo 2014

Calcio e Sociologia

Proponiamo un breve filmato in cui  Gianfranco Pecchinenda viene intervistato per il network sportivo statunitense ESPN-America sul calcio in rapporto alla ricerca sociale. L'intervista, realizzata nella sede storica dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, è stata pubblicata su youtube il 28 febbraio scorso. Pecchinenda, professore ordinario di sociologia dei processi culturali e comunicativi presso il Dipartimento di Scienze sociali napoletano, parla del rapporto tra calcio e sociologia partendo dalla sua esperienza personale di calciatore e di studioso. Tre le altre cose osserva che:
«il calcio è molto più importante per gli studi sociali seri di quanto non si creda... è vero che oggi si studia un po' di più, ma è un fenomeno alquanto recente».

domenica 23 febbraio 2014

Come nasce la copertina del libro

di Sabrina Lettieri
Illustratrice | Ha realizzato l'immagine di copertina del libro

Doveva essere il mese di maggio quando ho incontrato Luca Bifulco per parlare del progetto di “A tutto campo”. Luca mi racconta dell'idea di redigere insieme con Francesco Pirone un libro di sociologia del calcio. Mi descrive i contenuti della ricerca, l'approccio di analisi e, in ultimo, confidandomi il suo desiderio di avere un'immagine di copertina realizzata da me. Luca era ispirato dalla locandina di un evento organizzato in quel periodo presso l'Università degli Studi di Salerno che riportava un'immagine realizzata da me. Mi dice che questo era anche un modo per rimanere idealmente legato alla Facoltà di Scienze Politiche di Salerno. Mi ha spiegato quelli che dovevano essere gli elementi rappresentativi del disegno: gli eroi calcistici, i dirigenti politici e sportivi e in ultimo, non per importanza, il tifoso. Ma non bastava questo: accanto ad essi bisognava rappresentare anche alcuni elementi simbolici del calcio: la telecamera, i soldi, i vessilli, un pallone e poi dei libri di testo di sociologia, il tutto assemblato in perfetto stile Jacovitti.

mercoledì 19 febbraio 2014

Un libro per comprendere la grande trasformazione del calcio

di Vittorio Dini
Siamo oggi in una situazione senza alcun dubbio migliore rispetto a quella denunciata nel 1927 da Max Scheler: «Forse nessun fenomeno collettivo soprannazionale merita oggi un’analisi sociologica e psicologica quanto lo sport, enormemente cresciuto in dimensioni e in valore. Eppure, ben poco di serio si è tentato, finora, per interpretare questo fenomeno poderoso». E tuttavia, se si tiene conto della dimensione assunta recentemente dallo sport nel quadro della vita contemporanea – tanto nell’aspetto spettacolare (con le relative implicazioni economiche, di mentalità, ecc.) quanto nell’aspetto amatoriale, della diffusa pratica sportiva con relative forme organizzative – allora il divario tra la ricchezza ed ampiezza del fenomeno e la quantità e qualità degli studi e della ricerca è ancora notevole e reclama un urgente impegno a colmarlo. Tanto più che, insieme alla fortuna dello sport, si è accompagnata una crescita e una straordinaria diffusione della stampa specializzata, che ha però indirizzato la sua professionalità esclusivamente verso la confezione del prodotto da vendere, verso gli aspetti formali della produzione dei mass media, sottovalutando gli aspetti tecnici e specifici della disciplina trattata e rimuovendo completamente tutta la dimensione storica, sociologica, antropologica, culturale, che sottende lo sviluppo del fenomeno stesso (Vittorio Dini, Gioco, agonismo, regole, disciplina, in “Università e sport. Il calcio giovanile in Italia”, F.I.G.C. Settore giovanile e scolastico, 1989, p. 23).
Sono trascorsi quasi trent’anni da quando scrivevo queste parole. Certo, da allora, come nel caso del mezzo secolo precedente, l’impegno nella ricerca e nella riflessione sullo sport è cresciuto.

giovedì 13 febbraio 2014

Presentazione di "A tutto campo"

di Samuele Ciambriello
Direttore della collana editoriale We Care
Guida Editore

Continua a crescere la collana “We Care” che si impreziosisce con la pubblicazione di questo quarto volume dedicato al calcio in una prospettiva sociologica. Il libro valorizza l’impostazione generale della Collana e affronta con linguaggio chiaro e accessibile a un pubblico ampio e diversificato un tema di grande rilevanza e complessità sociale, senza rinunciare alla serietà e al rigore della ricerca scientifica. “A tutto campo”, infatti, è il frutto del lavoro congiunto di due giovani ricercatori in sociologia dell’Università di Napoli Federico II – Luca Bifulco e Francesco Pirone – che ci propongono una lettura del calcio da una prospettiva che ribalta il modo consueto di guardarlo e raccontarlo: si lasciano sullo sfondo il gioco e i risultati per far emergere i processi sociali, politici ed economici che muovono questo sport in Italia e nel mondo.