di Vincenzo Del Gaudio
Nel 2007, quando ero
ancora uno studente alla Facoltà di Filosofia dell'Università
Vita-Salute San Raffaele di Milano, mi recai ad una lectio
magistralis tenuta da George Steiner. La lectio era
sulla costruzione della città in Platone in particolare a partire da
“Leggi”. Alla fine dell'intervento, non ricordo bene neppure il
perché, Steiner dichiarò assertorio “bisogna fare fenomenologia
del calcio, bisogna capire perché un milione di cuori battono allo
stesso tempo quando Diego Armando Maradona segna il secondo goal
all'Inghilterra a Mexico '86”. Il proposito di Steiner era quello
di mostrare come lo sport, e in particolare il calcio, siano sempre
più al centro del nostro vivere sociale determinando alcune regole
di comportamento sia estetico che politico della nostra società. Per
comprendere il radiante di incidenza del calcio sulla società
contemporanea e in particolare sull'Europa, continente in cui,
insieme forse soltanto al Sudamerica, il calcio assume una rilevanza
non soltanto come sport e come spettacolo ma più profondamente per
la determinazione dei processi socio-economici che sono alla base
delle costruzioni identitarie nei paesi del vecchio continente,
bisogna cercare di tenere insieme diversi saperi che vanno dalla
sociologia dei media alla sociologia della cultura passando per
l'economia, l'estetica e la critica letteraria, bisogna insomma
cercare di approcciarsi al fenomeno calcio nel modo più aperto
possibile per comprenderlo non soltanto come uno sport ma come una
macchina di senso che di volta in volta costruisce comportamenti
socio-economici e rituali di diversa natura e portata.