domenica 17 agosto 2014

Mettersi in movimento!

Lo sport e l’innovazione delle politiche sociali in Campania
di Francesco Pirone
Linkabile, 8 agosto 2014

Lo sport è un fenomeno di massa di grande rilevanza sociale, profondamente radicato nella cultura materiale del nostro paese. Basti pensare al nostro quotidiano, sia come praticanti di qualche disciplina sportiva, sia come appassionati e quindi spettatori, più o meno attivi, delle competizioni sportive. Se l’esperienza quotidiana non bastasse, allora si consideri che in Italia, secondo le ultime statistiche dell’ISTAT aggiornate al 2013, circa il 30% della popolazione italiana di tre anni e oltre – pari a circa 17,7 milioni di persone – dichiara di praticare uno sport; a questi va poi aggiunto un altro 28% (circa 16,3 milioni di persone) che svolge qualche attività motoria: in estrema sintesi più di un italiano su tre fa attività motoria. D’altra parte, concentrando l’attenzione solo sullo sport agonistico, secondo i dati dal CONI, gli atleti tesserati in Italia sono 4,5 milioni – cresciuti di oltre un quarto nel periodo 1993-2013 – organizzati in 65mila società, con l’impiego di circa un milione di operatori dello sport[1].

mercoledì 6 agosto 2014

Un calcio al look

di  Roberto Procaccini
Il Foglio Quotidiano

Da Attilio Lombardo a Mario Balotelli. Come è cambiata in vent’anni l’estetica dei calciatori: non più idoli borghesi ma mostri di marketing

Pensate alla rosa della Juventus del 1995, quella che ha appena vinto lo scudetto e che si avvia a vincere la Champions. Da una parte c’è Attilio Lombardo, ottimo centrocampista che a fine carriera può vantare tre scudetti con tre diverse casacche. Dall’altra Gianluca Vialli, potente bomber che pure in carriera se n’è tolte di soddisfazioni. Il primo, precocemente pelato, mantiene una chierica degna di un prete di campagna. Il secondo, con un passato da ricciolone, si rasa il cranio come Bruce Willis, muscoloso interprete di action movie hollywoodiani. Ecco, questi due giocatori non rappresentano solo due eccellenze del calcio italiano. Col loro modo diverso di vivere e interpretare la calvizie, testimoniano un salto epocale e antropologico: la trasformazione della figura del calciatore da uomo (spesso di estrazione medio-bassa) che attraverso la propria professione anela il riscatto sociale e l’adesione alla middle class, a personalità dello showbiz che, da star, impone il proprio ego e determina gli status sociali. [continua a leggere]

lunedì 4 agosto 2014

Napoli e Maradona

Il rapporto che unisce Diego Armando Maradona al tifo napoletano è sì legato alle vicende sportive, ma è motivato soprattutto dalla sintonia profonda tra il carattere del campione argentino e le peculiarità della città e dei suoi appassionati di calcio. Questo rapporto, già oggetto di diverse riflessioni, viene oggi ripreso in un'interessante ricerca di Anna Pianura nell'ambito di un reportage fotografico realizzato a Napoli, focalizzato proprio sul rapporto tra la città e l'eroe calcistico, dal titolo "Napoli e Maradona". Il reportage è disponibile nel sito web della fotografa di Cava de Tirreni ombraeluci.it.
"Maradona è eroe indelebile del tifo napoletano. Certo, perché ha scritto pagine vittoriose della squadra partenopea, ma anche per essere stato la fonte di una decisa rivincita sociale e per quella quasi naturale corrispondenza con l’immagine della napoletanità della sua figura di genio indisciplinato, un po’ monello, nato povero ma poi riscattatosi grazie alle sue abilità."
Questo e altri brevi estratti dal libro A tutto campo. Il calcio da una prospettiva sociologica, di Luca Bifulco e Francesco Pirone, accompagnano il reportage fotografico.

venerdì 1 agosto 2014

L’indiscutibile primato del pallone

di Adolfo Fattori
Agoravox.it

Tutti parlano del calcio – di calcio, e del calcio. I club, le sue istituzioni, i tifosi, i media. E naturalmente, i moralisti di tutte le tendenze e provenienze, e coloro a cui non piace o che non lo seguono, aiutati dalla prevalenza dell’autoreferenzialità dei discorsi sul pallone, e dalla immensa forza del senso comune e del “sentito dire”, i canali forse più potenti prodotti dalla modernità per fare esercizio della chiacchiera in libertà e dell’abdicazione allo spirito critico.
Perché il calcio – come tutti gli sport – è un fenomeno sociale, e quindi è parte della realtà sociale, con in più la caratteristica di essere lo sport più seguito e più praticato del mondo. E siccome è un fenomeno sociale, attrae l’attenzione del senso comune, e dovrebbe incuriosire la sociologia, cosa che però è successa di rado, se non attraverso ricerche e studi particolari, concentrati su suoi aspetti specifici. [continua a leggere]