mercoledì 6 agosto 2014

Un calcio al look

di  Roberto Procaccini
Il Foglio Quotidiano

Da Attilio Lombardo a Mario Balotelli. Come è cambiata in vent’anni l’estetica dei calciatori: non più idoli borghesi ma mostri di marketing

Pensate alla rosa della Juventus del 1995, quella che ha appena vinto lo scudetto e che si avvia a vincere la Champions. Da una parte c’è Attilio Lombardo, ottimo centrocampista che a fine carriera può vantare tre scudetti con tre diverse casacche. Dall’altra Gianluca Vialli, potente bomber che pure in carriera se n’è tolte di soddisfazioni. Il primo, precocemente pelato, mantiene una chierica degna di un prete di campagna. Il secondo, con un passato da ricciolone, si rasa il cranio come Bruce Willis, muscoloso interprete di action movie hollywoodiani. Ecco, questi due giocatori non rappresentano solo due eccellenze del calcio italiano. Col loro modo diverso di vivere e interpretare la calvizie, testimoniano un salto epocale e antropologico: la trasformazione della figura del calciatore da uomo (spesso di estrazione medio-bassa) che attraverso la propria professione anela il riscatto sociale e l’adesione alla middle class, a personalità dello showbiz che, da star, impone il proprio ego e determina gli status sociali. [continua a leggere]

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